PRESENTAZIONE SCIENTIFICA DI IPOTESI SULLA REALTÀ


La nuova visione della realtà.

Le scoperte della fisica di questo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. Oggi il quadro scientifico dell'universo risulta ben diverso da quello del tradizionale "mondo-macchina" ottocentesco, che influenza ancora la nostra cultura e la nostra mentalità, sebbene sia un modello utile solo su scale superiori a quella atomica.
La Teoria della Relatività ristretta (Einstein, 1905), oltre ad unificare i concetti di spazio e di tempo, ha dimostrato che la materia è semplicemente una forma di energia. La meccanica quantistica o fisica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Dirac ed altri, 1900-1928) ha poi evidenziato che a livello atomico tale forma di energia presenta una natura "vibratoria" o "ondulatoria".
La nozione classica di "materia" è valida dal familiare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca struttura razionale.


Una spiegazione fisica della mente.

Considerato tutto ciò, è legittimo chiedersi se lo studio scientifico della mente umana possa trovare risposte valide in termini di fisica fondamentale piuttosto che nei tradizionali termini materialistici.
Fino ad oggi nessuno ha mai tentato un serio approccio fisico allo studio della mente: essa è considerata un'entità secondaria (rispetto alle entità fisiche fondamentali), riscontrata solo in organismi complessi come l'uomo o gli animali, e pertanto di esclusiva pertinenza delle scienze biologiche. Ma alcuni fisici, in seguito allo sviluppo della meccanica quantistica, hanno iniziato a chiedersi se la questione della mente possa avere relazioni con la fisica moderna, e questo per almeno due motivi:
1) il principio di indeterminazione (Heisenberg, 1927) sembra permettere un piccolo margine per un "libero arbitrio" della natura;
2) alcuni aspetti paradossali ma della meccanica quantistica sembrerebbero richiedere l'esistenza di una "consapevolezza" nei fenomeni subatomici, o comunque richiedono un riesame del concetto di "oggettività" e del ruolo dell'osservatore cosciente nei fenomeni fisici (Bell, 1966; Aspect ed altri, 1982; Mandel, Chiao ed altri, 1991).
D'altra parte una spiegazione fisica della coscienza deve pur esistere, se non si vuole ricadere in una concezione metafisica che separi la mente dal resto del mondo. Ebbene, oggi sappiamo che l'attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e probabilmente anche subatomico, cioè a livelli descritti dalla meccanica quantistica [le ragioni per cui è lecito ipotizzare che il processo del pensiero cosciente sia un processo quantistico sono riportate nelle note finali, con gli opportuni riferimenti].


Il "campo unificato".

Grazie alla teoria della "Superstring" o "Supercorda" (Green, Schwartz ed altri, 1983, tuttora in evoluzione), i fisici si ritrovano vicinissimi ad una teoria completa e definitiva di unificazione dei 4 tipi fondamentali di campo o forza naturale (gravitazionale, elettromagnetico, nucleare forte e debole). Tale teoria sarebbe capace di spiegare ogni manifestazione della realtà naturale in termini di un'unico campo basilare, come già presagito da Einstein, che fu il primo a parlare di "campo unificato".
Oggi gli scienziati sanno che l'attività mentale nell'uomo è riconducibile a processi chimici e fisici che avvengono a livello molecolare, atomico, e presumibilmente anche sub-atomico nel sistema nervoso, vale a dire nell'ambito di validità della meccanica quantistica, a livelli prossimi alla sfera di azione diretta del "campo unificato".
Poiché dal "campo unificato" si dispiegherebbe ogni manifestazione in natura, è ragionevole ricercare la sua relazione con la mente dell'uomo. Questo è il principale campo di ricerca della M.U.M., Maharishi University of Management (già M.I.U., Maharishi International University), Fairfield, Iowa, U.S.A., con cui collaborano o hanno collaborato prestigiosi scienziati (compresi fisici come il prof. Josephson, premio Nobel; il prof. Wigner, celebre fin dagli anni '20; il prof. Hagelin, noto per i suoi studi sulle teorie di unificazione; il prof. Sudarshan; ecc.).
La M.U.M. ritiene che la "consapevolezza" o "coscienza" sia una proprietà che emerge direttamente dal "campo unificato", ovvero dai livelli fondamentali della realtà naturale (Maharishi, 1982). Questa ipotesi audace risulta verosimile e fondata in base alle attuali conoscenze della fisica, e sembra avvalorata dai notevoli risultati pratici (oltre che teorici) ottenuti dalla M.U.M. sul funzionamento della mente e del sistema nervoso.


La coscienza come proprietà del campo unificato.

Come abbiamo visto, è ragionevole supporre che l'attività mentale sia un fenomeno quantistico ed infatti alcuni ricercatori hanno già portato delle prove a sostegno di tale tesi [per chi ha ancora dei dubbi su tale tesi, si raccomanda l'intera lettura delle note finali].
Le attuali teorie fisiche dei campi includono la proprietà fisica dell'autoriferimento (come conseguenza della caratteristica matematica di non-abelianità). Grazie ad essa il campo unificato può "percepire se stesso", ovvero le varie entità fisiche possono interagire (per esempio un elettrone che interagisce con un altro elettrone è semplicemente una perturbazione del campo unificato che "si accorge" della presenza di una perturbazione analoga).
Ebbene, l'autoriferimento può essere interpretato come il primo stadio elementare di "consapevolezza", e si può ipotizzare che il cervello umano sia strutturato in modo da "amplificare" questa proprietà.
La "consapevolezza" non sarebbe il prodotto precario e quasi accidentale di un meccanismo biologico complesso (sistema nervoso e cervello), ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale (presente a livello latente e primordiale nel "campo unificato"). Il cervello avrebbe invece la funzione di "evidenziare" ed "elaborare" questa straordinaria proprietà, così come un laser evidenzia alcune proprietà latenti della luce che normalmente non vengono rivelate.
Le onde cerebrali sarebbero pertanto un raro esempio di effetto quantistico che si manifesta alle scale dei fenomeni ordinari invece che a livello sub-atomico. Esse costituirebbero il residuo macroscopico di una funzione d'onda, ovvero una autentica macro-funzione d'onda (le funzioni d'onda sono le entità basilari della meccanica quantistica, che indicano la distribuzione spazio-temporale dei campi quantistici, e normalmente a scale superiori a quella atomica non sono più rivelabili ma appaiono condensate o come "materia" o come "forze").
In fisica sono noti alcuni fenomeni straordinari che manifestano proprietà quantistiche a livello visibile. Per esempio nei "superconduttori" o nei "superfluidi" la resistenza elettrica e la viscosità risultano uguali a zero, per cui non vi è alcuna dissipazione di energia (l'entropia non aumenta). Un superfluido messo in movimento (per esempio scuotendolo) non si fermerà più.
In realtà anche la propagazione della luce è un fenomeno quantistico, descritto da una funzione d'onda di natura elettromagnetica (non a caso per l'esperienza comune la luce risulta un esempio evidente di energia "intangibile", benché certamente fisica e reale).
Tuttavia la luce ordinaria non evidenzia interamente le proprietà quantistiche, poiché essa è luce "incoerente": le oscillazioni della sua funzione d'onda sono "sfasate", cioè disordinate, e tendono in massima parte ad auto-annullarsi. Il laser invece è una sorgente di luce "coerente", le cui oscillazioni risultano "in fase" e permettono di rivelare le eccezionali proprietà dei campi elettromagnetici oscillanti (potenza, precisione, stabilità, eccetera).
La possibile analogia con il cervello umano è evidente: se si potessero rendere "coerenti" le onde cerebrali si potrebbero rivelare, nel funzionamento della mente, aspetti superiori del tutto naturali ma normalmente inespressi.


La coerenza cerebrale generata dalle tecniche di MT e MT-Siddhi.

La M.U.M. ha condotto numerose ricerche su alcune "tecniche mentali" che permettono di aumentare la "coerenza" delle onde cerebrali in modo semplice ed efficace per mezzo di un approccio soggettivo ma sistematico, come dimostrato da centinaia di condotte da varie Università in tutto il mondo (1).
Tali tecniche, che derivano da antiche tradizioni di antichi maestri ed esperti di Yoga dell'Himalaya, sono state accuratamente selezionate per adempiere allo scopo. La loro metodologia merita di essere considerata "scientifica" per esattezza e riproducibilità, sebbene siano nate in un ambito estraneo alla scienza occidentale ed abbiano ereditato molti aspetti dalla loro tradizione originaria (come ad esempio la terminologia).
Si tratta delle tecniche di meditazione trascendentale o MT, in inglese TM (1957); e di MT-Siddhi (1976), così come sono state insegnate da Maharishi Mahesh Yogi, che dopo essersi laureato in fisica trascorse molti anni sull'Himalaya, dedito a profonde ricerche nel campo della consapevolezza (in inglese: transcendental meditation o tm). Ovviamente la pratica di tali tecniche è indipendente da ogni possibile implicazione mistica o religiosa e permette semplicemente di portare l'attenzione della mente ai livelli in cui si suppone operi direttamente il campo unificato.
La coerenza cerebrale indotta da queste semplici tecniche permette un funzionamento più ordinato e naturale della mente e del sistema nervoso: per esempio producono un aumento dell'intelligenza ed una forte riduzione di "stress" e tensioni dannose (1).


Perché la MT agisce a livello quantistico.

La M.U.M. afferma che le tecniche di MT e MT-Siddhi permettono alla mente di accedere ai livelli in cui il campo unificato opera direttamente, ovvero alla sfera da cui nasce ogni entità fisica ed ogni manifestazione dell'universo.
Questa notevole affermazione viene giustificata osservando che la coscienza deve essere considerata una qualità del campo unificato, per cui risulta perfettamente naturale che la mente possa accedere all'ambito quantistico ed acquisirne le qualità superiori di ordine e potenza. Questo è possibile se il sistema nervoso (che in ultima analisi è un sistema chimico-fisico, per quanto complesso e raffinato) raggiunge lo stato quantistico di "minima eccitazione", come viene permesso dalle tecniche di MT ed MT-Siddhi.
Qualcuno potrebbe dubitare del fatto che la coerenza cerebrale osservata sia veramente prodotta dal campo unificato e potrebbe supporre che essa sia causata invece da "banali" fenomeni psico-fisiologici, secondari rispetto alla fisica fondamentale.
Ebbene, sono possibili varie risposte a tale obiezione. Anzitutto le analogie riscontrate con i fenomeni quantistici sono notevoli, per cui è lecito supporre che le tecniche in questione inducano realmente un macro-stato quantistico nel cervello dei praticanti: costoro riferiscono di provare a livello soggettivo le "qualità" di universalità, ordine perfetto, assenza di contenuti, illimitatezza ed invarianza nel tempo che oggettivamente si attribuiscono al "vuoto quantistico". Così come ogni campo o particella in natura è uno stato eccitato del vuoto quantistico, analogamente ogni pensiero nel campo di coscienza di ogni individuo può essere considerato come un'eccitazione dello stato di "pura coscienza", cioè di quello stato assoluto sperimentato durante le tecniche in questione. Tutto ciò è rimasto lungamente estraneo alla neuro-fisiologia poiché questa generalmente studia i convenzionali stati di coscienza, contraddistinti da un alto disordine: per analogia, le semplici leggi dell'emissione elettromagnetica da parte di un atomo di idrogeno non potrebbero essere mai ricavate studiando l'emissione luminosa di un sistema di molecole complesse ad alta temperatura.
Vi è infine una prova definitiva a favore dell'audace ipotesi in esame: se il campo unificato è realmente responsabile di questi fenomeni, si dovrebbe assistere ad un altro fenomeno straordinario: un "Effetto di campo della coscienza", ovvero una propagazione della coerenza nell'ambiente circostante. In pratica l'aumento di coerenza dovrebbe estendersi ad altre persone, rendendo più naturale ed ordinato il funzionamento della loro mente. Se ciò avvenisse, decadrebbe ogni possibile obiezione sull'ipotesi proposta, poiché un fenomeno del genere sarebbe del tutto inspiegabile nei tradizionali termini neuro-fisiologici.


Effetto di campo della coscienza: l'Effetto Maharishi.

Il fenomeno in questione, detto "Effetto Maharishi", è già stato osservato e verificato più volte (2) (naturalmente si tratta solo di un effetto fisico, ovvero di un'induzione di coerenza che prescinde dai contenuti del pensiero e non produce "forzature" sulla volontà altrui). Molte persone si chiedono se un'influenza di questo tipo sia veramente possibile, ed anche per molti scienziati si tratta di un argomento "tabù". Infatti, a causa dei nostri pregiudizi, esitiamo ad ammettere che anche la mente deve essere soggetta alle leggi naturali; ma questa è una verità che occorre riconoscere, se non si vuole ricadere nella metafisica (così l'accusa che generalmente viene rivolta agli scienziati della MIU [oggi MUM] viene facilmente capovolta!).
In realtà nell'Effetto Maharishi non avviene nulla di più strano di quanto avviene in una normale calamita, che crea un campo magnetico al suo esterno in virtù del suo ordine microscopico interno (anche se in realtà l'Effetto Maharishi è paragonabile a ben più raffinati effetti quantistici).
Noi viviamo costantemente immersi in un "calderone" di campi fisici, come il campo gravitazionale, il campo magnetico terrestre, i campi elettromagnetici prodotti dalle varie emittenti radio-televisive o dai telefonini cellulari. La fisica moderna ha dimostrato che perfino la materia è una condensazione di campi quantistici. Perché mai una struttura fisica come il sistema nervoso dovrebbe rimanere estranea alle normali interazioni tra i diversi campi naturali? Negare questa possibilità significa assumere un atteggiamento chiuso, dogmatico e, in sostanza, antiscientifico.
L'Effetto Maharishi è paragonabile ad un importante effetto quantistico, il "diamagnetismo perfetto" (Effetto Meissner, 1957), che all'interno di un superconduttore annulla l'influenza dei campi magnetici esterni. Infatti l'Effetto Maharishi non "trasmette" propriamente delle influenze, ma piuttosto "elimina" le influenze negative sulle onde cerebrali (disordine prodotto da stress o altro), permettendo così il ripristino del funzionamento naturale della mente, ovvero di un'alta coerenza cerebrale (qualità intrinseca originaria del campo di coscienza).
Occorre precisare che i tipi di interazione fisica attualmente conosciuti (elettromagnetico, gravitazionale, nucleare forte e debole) non sono in grado di spiegare questo fenomeno (che pure è stato più volte osservato) ed è per questo che è necessario rivolgersi a livelli più profondi ed unificati delle leggi naturali, ovvero al "campo unificato" ricercato dalle teorie contemporanee di unificazione.
Pertanto il campo fisico responsabile dell'Effetto Maharishi sarebbe il campo unificato stesso, non sotto un aspetto particolare (campo elettromagnetico o gravitazionale o altro), ma nel suo aspetto fondamentale, anteriore alla differenziazione nei diversi tipi di campo (Hagelin, 1986). L'Effetto Maharishi creerebbe piccole sollecitazioni nella struttura stessa dello spazio-tempo (3), che normalmente è descritta dalla teoria della relatività generale (Einstein, 1916).
Va sottolineato che una straordinaria conferma della possibile influenza della consapevolezza umana su dispositivi fisici (REG, Random Event Generators) è già stata ottenuta presso la Princeton University nell'ambito del e del . Inoltre negli anni '70 gli scienziati Targ e Puthoff avevano già dimostrato l'esistenza di influenze reciproche tra persone distante (ad es. Nature 18/10/1974) ed in seguito i neurofisiologi Greenberg-Zylderbaum e Ramos avevano evidenziato influenze reciproche negli elettroencefalogrammi di persone in sintonia emozionale tra di loro, nel corso di ricerche del tutto diverse e indipendenti dagli studi condotti sulla MT e sull'Effetto Maharishi.


Le verifiche dell'Effetto Maharishi.

La scienza ha un carattere sperimentale e richiede una conferma concreta di ogni ipotesi o teoria: anche l'esistenza dell'Effetto di campo della coscienza deve essere sottoposta a verifica.
Ebbene, esistono già a riguardo. I primi indizi sull'esistenza dell'effetto si ebbero negli anni '70, negli Stati Uniti, quando i dati dell'FBI evidenziarono una notevole riduzione dell'indice di criminalità in alcune città in cui almeno l'uno per cento degli abitanti praticava la MT, mentre la tendenza nazionale era di un netto aumento (4).
In seguito molte ricerche hanno confermato che nelle comunità (città, regioni, Stati) in cui almeno l'1% della popolazione pratica la MT, si ottiene un netto miglioramento dei principali indici sociologici: ad esempio minor numero di episodi criminali, di incidenti, di malattie, e molte altre conseguenze positive (5). Si tratta di effetti statistici molto significativi, non imputabili alle normali fluttuazioni casuali: l'Effetto Maharishi risulta addirittura uno degli effetti sociologici più confermati e verificati.
Queste conseguenze sociologiche sono imputabili ad una riduzione del livello generale di stress, dovuta all'induzione di coerenza. L'effetto presenta una stretta analogia con vari fenomeni chimici o fisici (frequenti per esempio nel magnetismo), in cui una piccola frazione di elementi ordinati in un sistema disordinato riescono ad aumentare considerevolmente il grado di ordine collettivo del sistema. Alla M.U.M. si parla di una autentica "transizione di fase sociologica" indotta dall'Effetto Maharishi.
Negli ultimi anni è stato dimostrato che il potente programma di MT-Siddhi permette di ottenere l'Effetto Maharishi con un numero ridottissimo di persone, pari alla radice quadrata dell'1% della popolazione. Evidentemente questo è dovuto ad un aumento della coincidenza di fase tra i vari partecipanti al programma: grazie al principio dell'interferenza costruttiva, l'effetto risulta proporzionale non al numero dei partecipanti, ma al suo quadrato, e ciò permette la riduzione del numero dei partecipanti alla radice quadrata (3).
Alla fine del 1983 fu creato per la prima volta un Effetto Maharishi "Globale", cioè di portata mondiale, grazie ad un'assemblea di 7000 "esperti" che per tre settimane praticarono in gruppo il programma di MT-Siddhi (7000 era circa la radice quadrata dell'1% dell'intera popolazione mondiale). I risultati furono analoghi a quelli ottenuti in precedenza a livello locale, ma risultarono estesi a tutto il mondo. Si ebbe anche un forte rialzo simultaneo di tutti i mercati azionari (evento insolito), a testimonianza della vitalità diffusa dall'effetto (6).
I numerosi esperimenti condotti in seguito, sia a livello locale che mondiale, hanno regolarmente fatto registrare risultati sociologici positivi. L'Effetto Maharishi ha perfino prodotto forti attenuazioni della conflittualità in regioni afflitte da guerre (7).
Ovviamente i risultati sono stati analizzati con i sofisticati metodi statistici normalmente utilizzati negli studi sociologici ed in varie scienze (fisica compresa). Sull'Effetto Maharishi sono stati pubblicati vari articoli su riviste accademiche di sociologia e scienze politiche (8), che si uniscono ai numerosi articoli pubblicati da riviste di medicina e psicologia sulla MT e sulle MT-Siddhi (1).
Sulla base di questi straordinari risultati appare opportuno stabilire al più presto in ogni Nazione un "gruppo di coerenza" che permetta rapidi progressi nella soluzione dei vari problemi sociali, politici ed economici.


Fabrizio Coppola


Il titolo originario di questo articolo (1993) è:
La "consapevolezza": una proprietà del "campo unificato".
Nonostante i risultati sperimentali che porta a sostegno, esso è stato fortemente criticato ed osteggiato in campo accademico, evidentemente a causa di vari pregiudizi ancora radicati nella mentalità di molti scienziati.


Note.
1. Uno dei primi articoli uscì su Science n.167, 1970, pag.1751 (Wallace, Physiological effects of Trascendental Meditation); il primo articolo in Italiano uscì su Le Scienze n.45, 1972, pag.70 (Wallace, Benson, Fisiologia della meditazione). Da allora sono stati pubblicati innumerevoli articoli su riviste specialistiche; ad esempio: International Journal of Neuroscience, 14, 1981, 147; British Journal of Psychology, 73, 1982, 57; Journal of Mind and Behavior, 8, 1987, 67; Psychosomatic Medicine, 49, 1987, 493; Journal of Clinical Psychology, 45, 1989, 957; Journal of Social Behavior and Personality, 6, 1991, 957; e moltissimi altri. Link in inglese: Scientific research on transcendental meditation (riassunto); (link al sito MUM, già MIU).
2. Sull'Effetto Maharishi esistono decine di ricerche scientifiche, a partire dal 1976 (ad esempio v. punti 4, 5, 6, 7, 8)
3. Hagelin, in Maharishi's Programme to Create World Peace, Maharishi Vedic University, Vlodrop, Olanda, 1987, 18-20
4. Borland, Landrith, Collected Papers vol.1, Maharishi European Research University, Rheinweiler, Germania, 1976, 639; Dillbeck, Landrith, Journal of Crime and Justice, 4, 1981, 25
5. ad es.: Dillbeck, Banus, Polanzi, Landrith, Journal of Mind and Behavior, 9, 1988, 475
6. L'esperimento fu condotto nello Iowa, USA, dal 17/12/1983 al 6/1/1984; è descritto nel seguente l'articolo: Orme-Johnson, Cavanaugh, Alexander, Gelderloos, Dillbeck, Lanford, Abou Nader, The influence of the Maharishi Technology of the Unified Field on world events and global social indicators, pubblicato congiuntamente nel 1984 dalla Maharishi International University, Fairfield, Iowa, USA, e dal prestigioso Massachussets Institute of Technology, Cambridge, Massachussets, USA, Department of Nutrition and Food Science.
7. Ad esempio sono stati condotti con successo degli esperimenti in Libano ed Israele: Orme-Johnson, Alexander, Davies, Chandler, Larimore, Journal of Conflict Resolution, 32, 1988, 776
8. Oltre agli articoli citati ai punti 4, 5, 7: Dissertation Abstact International, 49(8), 2381; Social Science Perspectives Journal, 2(4), 1988, 80; ed altri.

Collegamenti al sito MUM (già MIU):



Per informazioni sulla Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi:
; ; (con tanto di presentazione audio/video in inglese).

L'unica tecnica alternativa che ottiene gli stessi risultati della MT è la
Tecnica Naturale Anti-stress.

Chi desidera ulteriori dettagli sulle ragioni per cui il pensiero cosciente può essere considerato un fenomeno quantistico, può continuare la lettura di questa pagina (si raccomanda una lettura completa).

Inoltre si consiglia vivamente la lettura dell'articolo:
"Le scoperte della fisica quantistica".

Si segnalano alcuni articoli specialistici a favore dell'ipotesi che la consapevolezza sia una proprietà elementare già latente nei campi fisici fondamentali (invece che un aspetto dovuto esclusivamente alla complessità degli organismi biologici):

- Domash, Is pure consciousness a macroscopic quantum state in the brain?, Maharishi European Research University, Seelisberg, Svizzera (1975);
- Hagelin, Is consciousness the unified field? A field theorist's perspective, Modern Science and Vedic Science 1 (1987), rivista ufficiale della Maharishi University, Fairfield, Iowa, USA;
- Hagelin, Restructuring Physics from its foundation, Fermilab Library (1990);

Poiché essi sono di difficile reperibilità, aggiungiamo alcuni articoli particolarmente significativi e facilmente reperibili in ambienti scientifici:

- Walker; Mathematical Biosciences 7 (1970).
- Stuart, Takahashi, Unezawa; Foundations of Physics 9 (1979);
- Stapp; Foundations of Physics 12 (1982);
- Stapp; Foundations of Physics 15 (1985);

Possiamo segnalare anche alcuni articoli sull'influenza decisiva di alcuni effetti quantistici sull'attività mentale:

- Beischer; Annals of the New York Academy of Science 188 (1971);
- Cope; Physiological Chemistry and Physics 6 (1974);
- Little; Mathematical Biosciences 19 (1974);
- Del Giudice, Doglia, Milani, Vitiello; Nuclear Physics B 251 (1985).

Per essere compresa, la questione va collocata nella moderna concezione della fisica, basata sulla dinamicità dei campi fisici elementari, dei quali la materia è solo un sottoprodotto che si manifesta come una struttura stabile dotata delle ben note proprietà meccaniche. Pertanto la vecchia e rigida sequenza logica:

1) Materia inanimata - che dà origine a:
2) Materia organica - che a sua volta dà origine a:
3) Vita - che a sua volta dà origine a:
4) Consapevolezza e mente degli organismi biologici complessi;

viene modificata poiché il livello 1 deve essere ricondotto ad un ulteriore livello:

0) Campi fisici fondamentali;

che è quello veramente basilare e che può agire direttamente anche sui livelli 2, 3 e 4. Per esempio, nel citato lavoro di Walker (1970) si evidenzia in che modo le decisioni consapevoli prese da un uomo o da un animale siano riconducibili ad effetti puramente quantistici che avvengono nelle sinapsi neuronali.

La perplessità di alcuni biologi, medici o psicologi in merito a questi argomenti d'avanguardia si può spiegare con la loro scarsa familiarità con la visione fornita dalla fisica contemporanea. A loro volta alcuni fisici possono rimanere perplessi poiché non sono abituati a considerare la "consapevolezza" come un tema di loro pertinenza.

Una ricerca notevolissima che unisce diversi risultati ottenuti dalla psicologia sperimentale, dalla neurologia, dalla psichiatria, dalla fisica e da altre scienze in una sintesi davvero notevole, è quella di Volkmar Weiss, il quale evidenzia che le onde cerebrali nelle analisi EEG mostrano una serie di "armoniche" che conducono ad un modello quantizzato del cervello, come se il cervello stesso fosse un grande dispositivo quantistico (Biological Cybernetics n.68, 1992; )

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